Se il sistema che si utilizza sembra arrancare non appena si cominciano ad aprire e tenere aperte più applicazioni oltre a diverse schede del browser web, potrebbe essere ragionevole valutare un ampliamento del quantitativo di memoria RAM installato.
Ma quando è consigliabile aumentare la memoria RAM?
La verifica che si dovrebbe sempre fare prima di ampliare la memoria RAM installata, è tenere in considerazione il quantitativo di memoria occupato nelle condizioni di lavoro abituali.
Memoria RAM: quanta ne serve davvero
L’acronimo RAM (random access memory), in italiano “memoria ad accesso casuale”, è un tipo di memoria volatile (i dati in essa conservati si perdono dopo lo spegnimento del dispositivo) che permette di utilizzare direttamente qualunque indirizzo con lo stesso tempo di accesso. I moderni sistemi operativi e le applicazioni in uso sono diventati sempre più impegnativi in termini di occupazione della memoria RAM e lo stesso browser, mantenendo contemporaneamente aperte più schede, soprattutto in forza della complessità dei moderni siti web e delle esperienze più ricche, può diventare tranquillamente il software che impegna la memoria primaria in modo più severo.
Suggeriamo di utilizzare la finestra Gestione attività di Windows (o Task manager) per capire subito se la dotazione del sistema in uso, in termini di memoria RAM, fosse scarsa oppure adeguata all’utilizzo che si fa del PC.
Premendo la combinazione di tasti CTRL+MAIUSC+ESC si accederà rapidamente alla finestra Gestione attività di Windows.
Il dato percentuale esposto nell’intestazione della colonna Memoria, soprattutto se vicino al 100%, dovrebbe far riflettere sull’opportunità di ampliare la RAM installata.
Cliccando sull’intestazione Memoria, è possibile ordinare i processi attualmente in esecuzione per occupazione di RAM decrescente (se i processi fossero ordinati per occupazione di RAM crescente cliccare di nuovo su Memoria).
Nell’esempio si vede che a occupare più memoria sia Chrome (la casella corrispondente è addirittura evidenziata), in forza delle tante schede di navigazione mantenute contemporaneamente aperte.
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In tutte le versioni di Windows, cliccando sulla scheda Prestazioni (a parte una scelta grafica differente), si può stabilire con buona approssimazione quanta memoria RAM è effettivamente occupata dai programmi in esecuzione.
Prima di effettuare il test, suggeriamo comunque di aprire programmi, documenti ed attività che si svolgono tutti i giorni in modo tale da avere un’idea piuttosto precisa del carico sulla RAM.
Sommando i valori mostrati nel Task Manager accanto alle voci Disponibile e Libera (in Windows 10 compare solo la voce Disponibile, alla quale si dovrà far riferimento), se il risultato fosse inferiore al 25% del totale complessivo, è bene valutare di aumentare la memoria RAM.
Nella finestra precedente, la scheda Prestazioni della finestra Gestione attività di Windows 7 mentre in quella seguente quella di Windows 10:
In ogni caso, suggeriamo di cliccare sulla scheda Dettagli del Task Manager quindi sull’intestazione della colonna Dettagli così da ordinare in modo decrescente i processi in esecuzione sul sistema sulla base del loro consumo di memoria RAM.
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Nell’esempio in figura, gran parte della memoria RAM è ad esempio occupata dai vari processi di Chrome. Il browser di Google, sin dalla nascita, sfrutta un’architettura multiprocesso: per ogni scheda aperta e per ciascun plugin in esecuzione, Chrome crea un nuovo processo in memoria.
L’importante è che, ovviamente, alla chiusura dell’applicazione il programma liberi la memoria in uso evitando i cosiddetti memory leak.