Il problema sta diventando così diffuso e rilevante che alcuni enti si stanno occupando normare il settore, oltre che informare il grande pubblico.
La Commissione Europea ha varato delle linee guida sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in cui viene data una definizione di deep fake (art. 52, comma 3) e viene richiamata la dovuta trasparenza nell’indicare video come falsi / manipolati.
In Italia, il Garante Privacy ha prodotto una scheda informativa per informare il grande pubblico e aumentarne la consapevolezza (in cui definisce deepnude i deep fake che riguardano falsi video di nudi), oltre a una pagina sul tema su cui sono riportati i vari provvedimenti (attualmente solo verso Telegram).
Conclusioni
Come visto nei precedenti paragrafi, i deep fake sono sempre più difficili da smascherare (quelli ottenuti coinvolgendo personaggi noti potrebbero essere smascherati consultando profili ufficiali e/o interpellando i diretti interessati), e stanno avendo sempre più impatto sociale nella diffusione di fake perché sta aumentando il realismo aumentandone la credibilità.
Certamente vedremo evoluzioni dei software che ridurranno i “problemi” attuali per aumentare il realismo dei falsi video, e con esso l’efficacia dell’inganno, come pure indicato dal Servizio di Ricerca della Comunità Europea.
La miglior arma contro i deep fake sarà uno spirito critico per chiedersi se il video ha ragione di esistere, e la ricerca di fonti indipendenti senza credere a singole fonti non confermate.